TRADING ONLINE

Cos'è e come fare trading Online

Cos’è il trading online? Cominciamo questo percorso dando una definizione semplice di trading online.

Definizione: Il trading online è la compravendita di strumenti finanziari su internet.

Quando si pensa al trading, ci si immagina un gruppo di uomini in giacca e cravatta che urla al telefono mentre osserva decine di monitor con numeri che cambiano alla velocità della luce. Possiamo dire che Hollywood non ha fatto una grande giustizia al mondo del trading. O meglio, non ha fatto giustizia al nuovo mondo del trading: quello che si svolge online. Fino alla fine degli anni ‘90, la scena che abbiamo descritto era una rappresentazione decisamente accurata della borsa. Effettivamente, la compravendita di strumenti finanziari passava per quelle stanze pregne di tensione, testosterone e sostanze stupefacenti più o meno legali. Ok, diciamo pure illegali. L’arrivo di internet, però, ha cambiato tutto. Con l'introduzione di computer ad alta velocità e connessioni veloci a prezzi accessibili, i piccoli risparmiatori hanno cominciato ad operare in autonomia, perdendo enormi quantità di denaro perché totalmente incapaci di comprendere ciò che stavano facendo.

Se prima Matteo voleva acquistare 50 azioni di Unicredit, doveva chiamare il suo consulente finanziario e dirgli di effettuare l’ordine. Dall’altra parte della cornetta avrebbe trovato probabilmente un ragazzo tra i 25 e i 35 anni con una chiara tendenza ludopatica, che avrebbe cercato di rifilargli anche le azioni della nuova pasticceria di sua madre.

Con l’avvento di internet, però, le cose sono cambiate. Ora Matteo per comprare 50 azioni di Unicredit deve solamente loggarsi sulla piattaforma di trading che preferisce e in un paio di click l’ordine è concluso. A questo punto non gli resta che osservare l’andamento della sua operazione e godersi i lauti profitti. Oppure...

Insomma, se prima veniva truffato giorno e notte da consulenti finanziari che consigliavano investimenti con bassi rendimenti ma alte commissioni, dai primi anni 2000 Matteo ha potuto rovinarsi con le sue stesse mani. Un grande passo avanti. La totale assenza di intelligenza finanziaria unita al desiderio di volersi arricchire velocemente, ha fatto sì che nel giro di pochi anni il trading online passasse da essere “il modo migliore per diventare ricchi” a “una truffa fatta dal governo per rubarci gli ultimi soldi”. Come si sa, quando un affare va male, in Italia è sempre colpa dello stato. Leggendo questo libro sarà chiaro perché queste due visioni opposte del trading online sono entrambe false. Diamo un’altra definizione utile per questo percorso ed introduciamo la figura del broker. Definizione: Il broker è l’intermediario che permette la compravendita di strumenti finanziari.

Prima dell’avvento di internet, il broker erano proprio le scimmie urlatrici che abbiamo appena descritto. Quando si parla di trading online, invece, la figura del broker è ricoperta dalla piattaforma, che mette in contatto il trader con la borsa, permettendogli di effettuare le operazioni. Chiaramente, molte di queste piattaforme sono, giustamente, proprietà di banche ed istituti finanziari. Come vedremo in seguito, c’è una regolamentazione parecchio severa che norma i broker online. Almeno su questo versante, il nostro buon Matteo è tutelato. Al giorno d’oggi sempre più investitori utilizzano broker online rispetto ad affidarsi a persone in carne ed ossa. Dopotutto, perdere soldi fa molto meno male se lo si fa in ciabatte dal divano di casa. Per comodità, nel resto del libro utilizzerò il termine “trading” per indicare il trading online. Ci resta ancora un punto da chiarire per avere almeno una panoramica generale di cosa sia il trading online. Che cosa si intende per strumenti finanziari? Definizione: Uno strumento finanziario è un contratto che regola un rapporto monetario tra due parti a fine di investimento. Spesso, al posto di strumento finanziario si trova il termine “asset”. Ad esempio, quando Matteo compra 50 azioni di Unicredit sta implicitamente sottoscrivendo un contratto che gli attesta la proprietà di suddette azioni. Le azioni, quindi, sono uno strumento finanziario. Successivamente verranno analizzate diverse categorie di questi strumenti.

I diversi stili di trading

Il lettore più attento avrà notato che nella definizione di trading ho utilizzato il termine “compravendita”, ma nell’esempio fatto si è parlato solamente di acquisto di azioni Unicredit. In realtà, un’operazione di trading può considerarsi conclusa solo nel momento in cui lo strumento finanziario è stato venduto per un profitto o una perdita. Definizione: Un trade è un’operazione di trading. Il tempo che passa tra l’acquisto e la vendita dell’asset dà un’indicazione sulla tipologia di trading che l’investitore sta portando avanti. In particolare, si possono identificare quattro grandi metodi di trading, se si utilizza il tempo come chiave di catalogazione.

Piano di accumulo Il piano di accumulo, noto anche con la sigla PAC, non rientra propriamente nella categoria del trading, ma ho comunque deciso di includerlo perchè può essere di grande interesse per chi è alla ricerca di un’operatività estremamente passiva. Il piano di accumulo, infatti, prevede l’acquisto ricorrente di quote di uno strumento finanziario, indipendentemente dal prezzo. La tesi di fondo, in questo caso, è che se si rimane investiti abbastanza a lungo è possibile sopperire a qualsiasi livello di volatilità. Lo sanno bene gli investitori di criptovalute, in particolare di Bitcoin, che nel breve periodo possono vedere fluttuazioni negative importanti, ma che con una visione più lunga appaiono come dei piccoli dossi in un’eterna salita. Definizione: Un piano di accumulo: è una strategia di investimento che prevede l’acquisto regolare di quote dello stesso strumento finanziario per un periodo di tempo prolungato.

Vantaggi del PAC:

* Investimento passivo, quindi poco stress.

* Richiede poco tempo, solo un paio di click al mese.

Svantaggi del PAC:

* Profittevole solo su asset che alla lunga salgono sempre, come indici e Bitcoin.

* Profittevole solo sul lungo periodo.

* Si può essere in perdita per parecchio tempo prima di andare in profitto.

Position trading

Il position trading è il metodo operativo più orientato al lungo termine. Le operazioni hanno lo scopo di cavalcare il mercato per lunghi periodi di tempo, permettendo all’investitore di sfruttare al massimo i macro cicli di uno strumento finanziario. Un esempio di position trading potrebbe mostrarcelo Matteo, comprando 50 azioni di Unicredit nel 2008 e catturando tutto il movimento ribassista degli ultimi 13 anni. La perdita, in questo caso, entrerebbe negli annali (ed è un’operazione più tipica di quanto si possa immaginare).

Vantaggi del position trading:

* Operatività a lungo termine, quindi più rilassata.

* Possibilità di catturare movimenti più ampi.

Svantaggi del position trading:

* Le operazioni restano aperte per molto tempo.

* Non adatto agli “smanettoni” e a chi non sa aspettare.

Swing trading

Lo swing trading è un tipo di operatività simile al position trading ed è caratterizzato dall’intento di catturare lunghi movimenti del mercato. Le operazioni durano spesso diverse settimane o addirittura mesi. Solitamente, questa metodologia di trading viene scelta da trader che si sentono più vicini al mondo degli investimenti e che puntano a cogliere i cicli più lunghi. Ad esempio, Matteo compra 50 azioni di Unicredit a metà 2007 e le vende a metà 2008, realizzando una perdita di proporzioni bibliche. Il lettore sarà sorpreso di sapere che trade simili non si discostano molto dalla qualità media dei trader italiani. Un altro segretuccio che i finti guru preferiscono tenere per sè.

Vantaggi dello swing trading:

* Cattura i grandi movimenti del mercato.

* Permette di concentrarsi solo sul trend principale.

Svantaggi dello swing trading:

* Non adatto ad asset tendenzialmente stabili, come le coppie valutarie.

* Tenere le posizioni aperte per tutta la durata del trade può essere costoso.

Day trading

Il day trading si caratterizza per operazioni che si concludono nell’arco di una giornata. Questo è il modo di fare trading che più si avvicina all’idea mainstream di questa attività. La frenesia delle quotazioni che variano in continuazione, il cuore che batte più forte quando l’operazione va contro la direzione “sperata” (sì, perchè la maggior parte dei trader “spera” in quanto non ha idea di ciò che sta facendo), il saldo che fluttua all’impazzata: la ricetta perfetta per il disastro, se non si sa come utilizzare al meglio gli ingredienti. Facciamo un esempio di day trading. Matteo acquista 50 azioni di Unicredit la mattina di una fresca giornata di ottobre e le vende la sera stessa, realizzando anche in questo caso una bella perdita di capitale. Esattamente in linea con la media dei trader italiani.

Vantaggi del day trading:

* Permette di fare molte operazioni quotidianamente e quindi di imparare più velocemente.

* Bassi costi di commissione perchè le operazioni vengono chiuse a fine giornata.

* L’operatività più utilizzata in assoluto da trader di successo.

Svantaggi del day trading:

* Possibilità di operare solo quando i mercati sono aperti.

* Bisogna avere tempo da poter dedicare al monitoraggio costante delle operazioni.

* Può essere frenetico a livello emotivo.

Scalping

Questa è probabilmente la modalità operativa che più si avvicina all’andare a giocarsi lo stipendio alle slot machine. Si tratta di un trading estremamente frenetico, con operazioni che si aprono e chiudono in pochi minuti o addirittura qualche secondo. Ad esempio, Matteo compra le famose 50 azioni di Unicredit alle 9:05 dell’8 novembre 2021, per rivenderle in perdita alle 9:13 dello stesso giorno.

In tutti questi tre esempi, Matteo ha avuto delle performance negative, perché non aveva idea di ciò che stava facendo. Se avesse letto, studiato ed applicato le strategie spiegate in questo manuale, avrebbe potuto fare di meglio.

Vantaggi dello scalping:

* Si fanno moltissime operazioni e quindi si acquisiscono dati velocemente.

* Si sfruttano anche i piccoli movimenti di mercato.

Svantaggi dello scalping:

* Non adatto se non si ha un buon computer in grado di elaborare gli ordini velocemente.

* Può essere costoso aprire e chiudere così tante operazioni.

* A livello emotivo è molto stressante.

* Richiede molto tempo da poter passare a monitorare le operazioni.

Il tempo non è l’unico fattore con cui si può determinare la tipologia di trading portata avanti dall’investitore. Anche la modalità con cui vengono prese le decisioni, infatti, può essere utilizzata per generare un ulteriore livello di complessità. In particolare, il trader può scegliere di seguire una strategia ben definita (e ovviamente testata in precedenza) senza deviare mai dal piano, oppure muoversi anche in base al proprio intuito e genio finanziario. Nel primo caso si parlerà di trading sistematico, mentre nel secondo di trading discrezionale. A questo punto dovrebbe essere chiaro al lettore quale tra queste due possibilità è quella che consideriamo migliore. Al fine di offrire una panoramica completa, però, spendiamo due parole per entrambe.

Trading discrezionale

Al contrario di quanto la maggior parte dei guru del trading possa professare, il trading discrezionale non implica la totale assenza di una strategia. Al contrario, la componente sistematica è ben presente all’interno dell’operatività, ma può venire di volta in volta messa in discussione in base al giudizio personale del trader. Ciò non significa sfociare per forza nella ludopatia, anche se per i neofiti è un rischio da tenere in considerazione. Infatti, seppur dovrebbe essere ovvio, è bene specificare che per poter avere un “giudizio personale” è necessario possedere una comprensione estremamente profonda dei mercati finanziari; cosa che in pochissimi hanno e tu, caro lettore, sicuramente non sei tra questi.

Trading sistematico

Il trading sistematico, definito erroneamente “algoritmico” da chi non ha idea di cosa sia veramente il trading algoritmico, implica l’affidarsi totalmente ad una strategia operativa decisa in precedenza. Questo non significa per forza fare meglio di un trader discrezionale, in quanto la bontà di una strategia non è consequenziale al farla propria. Ad esempio, se Matteo decidesse di comprare 50 azioni di Unicredit ogni giorno in cui la temperatura esterna è superiore a 20 gradi, starebbe effettivamente facendo del trading sistematico. Ora, è palese a tutti che si tratterebbe di una strategia campata per aria, senza alcun collegamento diretto con la sua profittabilità. Il trading sistematico è certamente meglio rispetto a quello discrezionale, ma solo se fatto nel modo giusto. Nella maggior parte dei casi, i trader applicano criteri discrezionali ad una strategia, pensando così di seguire effettivamente un sistema. Altra riprova che la cultura finanziaria italiana è inesistente.